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Fim Fiom e Uilm nazionali, anche a nome delle proprie strutture territoriali di Firenze, chiedono al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero del Lavoro un incontro per affrontare congiuntamente la grave situazione occupazionale che coinvolge i 320 lavoratori ex dipendenti dell'azienda ISI di Scandicci e al fine di definire un percorso condiviso e utile ad individuare interessi industriali.
Chiediamo che a questo incontro partecipi la Regione Toscana, la società Electrolux e la curatela dell'azienda ISI, sia per i risvolti sociali della vicenda industriale della ISI che per i fatti che di seguito riassumiamo.
L'azienda ISI, oggi in fallimento, fino al 30 ottobre 2008 è un'azienda di proprietà della multinazionale Electrolux.
Il 30 ottobre 2008 - a seguito dell'accordo di reindustrializzazione sottoscritto tra il Ministro Sacconi, Electrolux, Energia Futura e le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm - la Electrolux di Scandicci diventa ISI, di proprietà di Energia Futura di Massimo Fojanesi, società partecipata al 50% dal fondo italo-americano Mercatech.
Il piano industriale e l'accordo di reindustrializzazione condiviso prevedevano la produzione di pannelli fotovoltaici, e in prospettiva, di prodotti eolici, con la graduale riassunzione dei 370 dipendenti in forza.
Nel periodo tra aprile 2009 e marzo 2010, a scaglioni, ISI riassumeva i lavoratori e la regione Toscana finanziava la formazione necessaria; con le ultime assunzioni Electrolux cedeva a ISI la proprietà del capannone industriale.
Il 7 aprile 2010 gli operai venivano messi tutti in cassa integrazione e, dal 4 ottobre 2010, la ISI diventava di proprietà di Fausto Saccaro, presidente di sg Green Power, che rilevava il 90% delle azioni ISI senza versare un euro.
La ISI, successivamente, avanzava richiesta di concordato preventivo ma, il 2 maggio 2011, il Tribunale di Firenze decretava il fallimento della ISI e nominava curatore fallimentare il Dott. Vincenzo Pilla.
Dal 7 aprile 2010 ad oggi i lavoratori sono stati collocati prima in CIGO, poi in CIGS per fallimento e, dal 2 novembre 2012, in CIGD.
Ad oggi la curatela ha in carico 320 dipendenti tra i quali 120 lavoratori non hanno maturato i requisiti per accedere alla mobilità e che, al termine della CIGD, perderanno ogni forma di integrazione al reddito.
In allegato trasmettiamo accordo e verbale di incontro sottoscritti C/O il Ministero del Lavoro ed il Ministero dello Sviluppo Economico.
In attesa di un vostro riscontro, che sollecitiamo in tempi brevi, porgiamo distinti saluti.
FIM CISL Anna Trovò
FIOM CGIL Michela Spera
UILM UIL Gianluca Ficco
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