Filtra per tags

Firenze, 17.09.2015 - I dipendenti della KME di Firenze hanno appreso da siti web che la Direzione della multinazionale, leader mondiale nella produzione di semilavorati in rame e ottone, cerca in Germania profili amministrativi uguali a quelli presenti a Firenze, lasciando intendere l'intenzione di riallocare in territorio tedesco parte del lavoro ad oggi svolto dal Centro Direzionale fiorentino.

La notizia, emersa ieri durante l’assemblea sindacale convocata per discutere della situazione del gruppo, ha creato un forte allarme tra i 105 lavoratori di Via dei Barucci, già colpiti peraltro da una riduzione d’orario di lavoro pari a 8 giorni mensili a dipendente.

Pertanto, come Fiom di Firenze, unitamente alla Rsu del Centro Direzionale, ritenendo grave e inopportuno questo modo di agire da parte della direzione del gruppo KME, in accordo con i dipendenti, proclamiamo 2 ore di sciopero, dalle 10 alle 12 per il giorno 22 Settembre, con presidio davanti allo stabilimento.

Inoltre l'atteggiamento unilaterale dell’azienda, che pare non tener in debita considerazione le consolidate relazioni sindacali instaurate nel corso degli anni, aggiunge nuove preoccupazioni a quelle legate al futuro del gruppo in Italia. (Oltre al Centro Direzionale di Firenze, il gruppo KME conta anche gli stabilimenti produttivi di Fornaci di Barga, Serravalle Scrivia e Lime, occupando complessivamente oltre 1000 dipendenti.)

Con la fine del 2015 scadrà infatti l'accordo siglato ad aprile 2013 tra direzione aziendale e le organizzazioni sindacali che ha consentito di ricorrere in questi anni agli ammortizzatori sociali per far fronte alla difficile situazione di crisi.

Visti i dati di bilancio e i nuovi assetti organizzativi aziendali per il futuro lavorativo di KME chiederemo quindi all’azienda di aprire un tavolo di confronto.  

Submit to DeliciousSubmit to DiggSubmit to FacebookSubmit to Google BookmarksSubmit to StumbleuponSubmit to TwitterSubmit to LinkedIn

 

 

Filtra per tags



collettiva.it è la nuova piattaforma della CGIL