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Firenze, 10.10.2014 – Le parti si erano aggiornate ad oggi con l'intenzione di rinnovare il contratto di solidarietà, scaduto col mese di settembre, a fronte della revisione delle indennità dei lavoratori.

Con questo ordine del giorno, stamattina, gli operai si sono nuovamente riuniti in presidio sotto la sede della Provincia di Firenze ed Rsu e Fiom Cgil si sono presentate al tavolo disponibili ad avviare un percorso di ridefinizione dei benefits.

L'azienda, rappresentata oggi solo dal Dott. Martino Ballarini, Consulente della Roberto Nuti SpA di Castel Guelfo (Bologna) che controlla il 100% della Sabo, ha invece ritrattato.

Ha infatti espresso disponibilità a continuare con l'ammortizzatore solo a fronte del taglio completo di tutto ciò che riguarda la contrattazione di secondo livello, dai premi di produzione, ai buoni pasto, dagli assegni ad personam fino ai superminimi per tutti i dipendenti, oltre all'accettazione da parte di dieci operai, di uscire dalla Sabo con criterio di non opposizione al licenziamento, avendo in cambio una somma pari a 5.000 euro lordi come incentivo all'esodo.

“Oltre al danno anche la beffa” ha commentato Yuri Vigiani della Fiom Cgil di Firenze “Consideravamo già superata la questione esuberi, l’utilizzo di ammortizzatori doveva servire a scongiurare i licenziamenti e invece, per tramite di Confindustria, la dirigenza ci ha pure richiamato ad un'assunzione di responsabilità e appellandosi all'articolo 13 dello Statuto dei Lavoratori, ha sottolineato che le organizzazioni sindacali dovrebbero spieagare ai lavoratori che, in periodi così critici, occorre fare lo sforzo di ridursi lo stipendio pur di salvare il posto di lavoro. Giudichiamo improponibili tali richieste e prendiamo atto che azienda e Confindustria sono già pronte ad attuare demansionamento e riduzione dello stipendio, come ventilato nel dibattito politico di questi giorni.”

I lavoratori, in effetti, si erano già detti disposti a ricontrattare gli indennizzi di produzione a fronte però del mantenimento dei livelli occupazionali “Anche perchè” precisa Vigiani “è impossibile sostenere gli attuali volumi produttivi se vengono meno 10 posizioni. Non vorremmo che, dietro gli esuberi, si celasse la volontà di dirottare alcune produzioni in India, dove Sabo ha già un'altra azienda che realizza ammortizzatori.”

La Provincia, pur stigmatizzando il comportamento della Sabo Srl, si è resa disponibile a riconvocare le parti per il 24 ottobre prossimo.

L'azienda intanto, terrà colloqui individuali per verificare se vi sono lavoratori disponibili ad accettare la proposta ed entrare in mobilità.

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