Firenze, 31.07.2013 - Buongiorno mondo. Anche stamattina mi alzo, faccio colazione e leggo il giornale.
I soliti aggiornamenti dalla politica, sempre gli stessi, che noia... poi l'economia e la crisi che ci bombarda di notizie simili ad un bollettino di guerra, poi la cronaca e l'ennesimo femminicidio... l'ennesimo femminicidio? Eh no! Ora basta! Questo è insopportabile! Cosa sta succedendo in questo paese? Cosa stiamo diventando?
La violenza che tutti i giorni ormai si registra nei confronti delle donne è diventata quotidianità e, dopo il brivido e lo smarrimento, mi domando cosa possiamo fare. Spesso la storia è sempre la stessa: lei lascia lui, lui non si rassegna, spesso la perseguita, infine la uccide, a volte si uccide anche lui e nel peggiore dei casi uccide anche i figli.
Ora mi domando.......cosa scatta nella mente degli uomini? Sono tutti pazzi questi?
Poi i commenti di chi li conosceva... a volte lui era violento, altre no, lei spesso una brava donna ed una madre attenta che, stanca di un rapporto difficile, chiede la separazione. Troppo spesso però il sentore è quello di una tragedia annunciata.
La violenza di genere è sintomo di un arretramento culturale, di un disagio personale estremo ma per cambiare passo quali sono gli strumenti ed i tempi necessari? Servono interventi seri ed immediati perché il fenomeno sta dilagando ed è sintomo di una piaga profonda del nostro tempo. Gli uomini non sono tutti violenti ed assassini, ma dobbiamo intervenire insieme, maschi e femmine, perché troppo spesso non sentiamo levarsi la voce degli uomini di fronte a episodi di tale drammaticità.
Viene da domandarsi se in questo paese manchino sani modelli educativi in genere e di genere, perché a volte sembra che in Italia sia tutto permesso e, nello specifico, la figura della donna sia ancorata a stereotipi di arretratezza medievale.
E allora immagino percorsi di sensibilizzazione per aiutare le persone a gestire le proprie difficoltà emotive, il proprio dolore, partendo dalle scuole superiori, fornendo ore di formazione proprio per riportare la coscienza delle generazioni future a riflettere sul l'importanza del rispetto dell'altro, il valore della vita, l'eleborazione delle difficoltà anche di carattere emotivo. E poi immagino percorsi di sostegno psicologico a quelle famiglie che affrontano separazioni difficili, senza lo spauracchio dell'assistente sociale, ma supporto mirato ad accompagnare e monitorare le varie fasi del percorso legale allo scopo di intercettare eventuali sintomi di degenerazione e quindi di pericolosità.
Poi leggo la recente sentenza della Corte Costituzionale la quale ha stabilito che, anche in caso di forti indizi di colpevolezza, per lo stupro di gruppo non è più obbligatoria la carcerazione preventiva se sono previste misure cautelari alternative. Poi un emendamento del Senato che elimina la custodia preventiva per quei reati che non raggiungono i cinque anni di pena massima; ne consegue che i colpevoli per reati di stalking ne beneficeranno poiché la pena massima prevista è di quattro anni (art. 612 bis del Codice Penale).
Bomba libera tutti!!!!!!!!!
Poi la riflessione conseguente è: se da un lato pochi mesi fa il Parlamento Italiano ha ratificato la convenzione di Istanbul, dall'altro invece sembra non legiferare tenendone conto. Non credo di dire niente di strano e di nuovo se affermo che i nostri politici sembrano non avere la percezione di quella che è la realtà del paese, eppure siamo eredi di una storia, gloriosa e fiera, di una costituzione fra le più belle al mondo. Il popolo italiano è cambiato, si è trasformato e chi governa non lo conosce.
Poi ....poi.....poi....poi mi trovo a pensare che gli uomini sono figli delle donne... E mi domando quanto e se dobbiamo, anche noi madri, metterci in discussione perché il modello educativo primario è quello che parte dalla famiglia.
Questo è un paese che ha visto le donne protagoniste di lotte importanti per il riconoscimento della loro identità di genere e penso a conquiste come quella della legge sull'aborto e sul divorzio e tutto questo circa 40 anni fa. Ma se l'eredità del movimento femminista si limita ad aver legiferato in merito al diritto di genere, ma non ha dato coscienza sociale del ruolo delle donne e del rispetto che esse meritano, forse abbiamo lasciato le piazze troppo presto.
Claudia Ferri
Responsabile Pari Opportunità della Fiom Cgil di Firenze