Sesto Fiorentino, 07/08/2013 - Abbiamo sentito E., operaia della Bertocci, 50 anni, divorziata, una figlia di 17 brava a scuola, che vorrebbe, un giorno, festeggiasse la Laurea. Lavorava in Bertocci da diverso tempo, era addetta all'imballaggio e alle spedizioni. Oggi è in Cassa Integrazione Straordinaria a zero ore per liquidazione. "A scuola ho avuto la fortuna di essere sorteggiata per la classe di francese - ci dice - ma non parlo molto bene inglese. Vorrei fare un corso di quelli promossi dal Centro per l'Impiego, così da essere anche più appetibile sul mercato del lavoro".
"Mi sento vecchia, ci sono molti giovani laureati che sono senza un lavoro. La mia unica prospettiva, se non si trova un compratore, è la mobilità, così da poter portare in dote gli sgravi fiscali per l'azienda che mi assumerebbe. Intanto, però, non mi rassegno, e dedico le mie giornate a mandare curriculum e a cercare un altro lavoro". Ma è difficile la situazione, molto difficile: "ho rischiato di entrare in depressione, ed ho perso peso. Non lavorare, dopo aver dato sempre il massimo in ogni occasione lavorativa è un disagio forte a quest'età". Ma lo dice col magone e la voglia di ricominciare di chi nella Bertocci ci vuol credere davvero: "Dispiace, perchè hanno chiuso una realtà che poteva andare avanti. Lo penso io, ma lo pensa anche il Sindacato, lo pensano le istituzioni, lo pensano i clienti che hanno continuato a collaborare con noi fino all'ultimo". Parlare con E. ha lasciato una voglia di continuare a combattere. Combattere per difendere il lavoro, combattere per difendere lo sviluppo di un'area in cui costruire un futuro per i nostri figli. Continuare a combattere per E., per la sua dignità di madre e di lavoratrice, per tutte coloro e per tutti coloro che, come E., non vogliono mollare.