Caro Bernardo,
Sono a scriverti per esprimere tutta la mia personale vicinanza, nonché quella della struttura tutta, e dei delegati della FIOM CGIL fiorentina, per i lavoratori della Seves del Sodo, importante azienda del distretto fiorentino.
Vedo le nostre categorie legate da un obiettivo comune, e cioè quello di un rilancio delle politiche industriali in un grande piano di crescita per il paese. Abbiamo visto dove può portarci la scelta di investire sulla rendita invece che sul lavoro: aziende più deboli sul mercato globale, impoverimento della capacità competitiva e, quindi, possibilità di ripresa soltanto su una svalutazione competitiva del costo del lavoro. No, non può essere questa una soluzione credibile per superare la “grande contrazione”, causa della crisi finanziaria che attanaglia l'occidente. Non può essere questa una soluzione credibile quando porta una realtà come la Seves, con le sue produzioni di altissima qualità riconosciute da tutti, a rischiare la chiusura, impegnando quei lavoratori, vero patrimonio dell'azienda, in una vertenza così pesante.
Firenze è, sì, una grande città turistica. Di questo non facciamo mistero. Ma Firenze è anche la sua struttura produttiva, è il Nuovo Pignone, è la Galileo, è la Saivo e la Baglini inchiostri. Pezzi di storia produttiva da curare e a cui rendere senso.
come membri di un'organizzazione confederale, conosciamo benissimo l'importanza dell'unità di tutti i lavoratori e dei vincoli di solidarietà che legano noi tutti nelle grandi vicende del lavoro, particolarmente qui, a Firenze, dove il tema di un rilancio della grande città industriale pervade l'operare di nostro. E' una sfida che ci viene lanciata, questa, di rendere un senso al lavoro manifatturiero, ma sono convinto che, con l'impegno di tutti noi, riusciremo a vincerla.
Ti chiedo di condividere queste mie riflessioni con i compagni della Seves. Stasera la FIOM CGIL di Firenze sarà presente, con i compagni delle RSU e della struttura, per combattere con loro, per #viviSeves.
Un abbraccio,
IL SEGRETARIO GENERALE
Daniele Calosi