Firenze, 12.03.2014 - ATAF non adempie agli accordi firmati con Tecnobus SpA, l'azienda che ha in appalto la fornitura e a manutenzione dei bussino elettrici e che annuncia la cessazione dell'attività con il conseguente licenziamento dei lavoratori.
ATAF Gestioni S.r.l. formalizza l'intenzione di sciogliere il contratto e Tecnobus, di conseguenza, dichiara oggi di ricorrere al licenziamento collettivo ed alla messa in mobilità di tutti i lavoratori.
A questo si aggiungono i progressivi aumenti nel ritardo dei pagamenti da parte di ATAF Gestioni S.r.l., debitrice di circa 250 mila euro, e di ATAC S.p.A., l'Agenzia del trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma che hanno indotto Tecnobus a manifestare l'intenzione di chiudere, oltre alla sede di Firenze, anche quelle di Roma, Frosinone e Napoli.
Nel 1994 Firenze era stata un delle prime città ad investire nei minibus urbani a trazione elettrica non inquinanti ma oggi sembra intenzionata disfarsene.
Dei 31 bus elettrici che fino al 2009 coprivano le tre linee del centro storico, C1 C2 e C3, ad oggi, ne sono rimasti solo 12 sulla tratta C2, lasciando il posto sulla C1 e C3 a piccoli autobus a gas metano o a gasolio, questi ultimi altamente inquinanti.
Inoltre, dei 26 minibus elettrici banditi nella gara d'appalto dell'agosto 2012, dall'allora società di trasporto pubblico fiorentina, solo 7 sono stati poi ufficializzati nella richiesta di fornitura, nonostante Tecnobus avesse pure concesso ad ATAF di dilazionare il pagamento dei veicoli su 9 anni.
Già un anno e mezzo fa, a seguito della privatizzazione di ATAF e della conseguente ristrutturazione del servizio, erano state licenziate 5 persone alle quali si aggiungono ora le 3 impiegate presso il deposito ATAF di Viale dei Mille, svuotando così del tutto il servizio di assistenza elettrica, meccanica e di sostituzione in linea svolto da Tecnobus.
"Non riscuotiamo da tre mesi" lamenta Edoardo Imperiale, dipendente di Tecnobus "Chiediamo ad ATAF di sbloccare i pagamenti per evitare i licenziamenti. Da quando la società è stata privatizzata, cioè, dal 1° settembre 2012, ha fatto marcia indietro sui bus elettrici perché costano troppo e cerca di eliminarli per diminuire i costi con vetture a gasolio, a discapito dell'ambiente e della salute dei cittadini. E pensare che per monitorare il tasso di inquinamento dei quartieri del centro, l'Università di Firenze aveva scelto di posizionare proprio sui nostri bussini elettrici 2 rilevatori di polveri sottili."
"Non si può dare impulso al settore dei bus elettrici e poi abbandonarli. Chiediamo che anche il Comune di Firenze intervenga poiché l'ente pubblico per primo aveva speso ingenti somme (circa 1 milione e 800 mila euro) per il deposito Aleardi realizzato appositamente per ospitare i veicoli a consumo zero; deposito inaugurato nel giugno 2010 dall'attuale Sindaco, Dario Nardella, che lo definì allora "il fiore all’occhiello del trasporto urbano fiorentino", poi chiuso il 1 settembre 2012 perché troppo caro e lasciato in stato di abbandono." denuncia Massimo Galantini della Fiom Cgil di Firenze
"La chiusura di Tecnobus e lo smantellamento dei veicoli elettrici rappresenterebbe un grave passo indietro che colpirebbe non solo i lavoratori che pur non essendo pagati e sapendo che verranno licenziati, continuano a svolgere le loro mansioni, con l´obiettivo di portare avanti il servizio e garantire il corretto funzionamento delle linee elettriche, ma anche gli abitanti del centro ed i fruitori del servizio."
“Verificheremo che la Tecnobus abbia rispettato le disposizioni della direttiva in materia di licenziamenti collettivi e metteremo in campo ogni azione possibile per salvaguardare i posti di lavoro a rischio.“
Ci giunge notizia che la Vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli, ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea in merito all’annuncio da parte di Tecnobus SpA di ricorrere al licenziamento collettivo e messa in mobilità di tutti i lavoratori, chiudendo le sedi di Roma, Frosinone, Firenze e Napoli, chiediamo ai politici del nostro territorio di attivarsi e di fare altrettanto e all'Amministrazione pubblica di intervenire per mantenere l'occupazione ed il servizio dei bus elettrici per il centro di Firenze“.