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Care Compagne e cari Compagni,

il periodo estivo sta per terminare e gli impegni come FIOM di Firenze nei prossimi mesi non mancheranno.

Viviamo in un Paese in cui la crisi economica è stata pagata e continua ancora ad essere pagata dalle lavoratrici dai lavoratori, dai giovani e dai pensionati.

La nostra provincia, purtroppo, non è estranea a questa situazione.

Abbiamo casi di crisi, nel settore metalmeccanico, conclamate come Shellbox, Tecnol, Targetti che nei prossimi mesi dovranno necessariamente trovare una soluzione positiva per la salvaguardia dei lavoratori.

Daniele Calosi a RomaPoi vi è Esaote, la cui vicenda va inquadrata in un contesto che non ha a che fare con la crisi economica, ma bensì con una scelta della dirigenza aziendale dettata solo ed esclusivamente da una volontà di speculazione finanziaria.

Possiamo affermare senza nessuna difficoltà che anche a Firenze ci troviamo di fronte ad un fenomeno che non è solo di deindustrializzazione ma anche di mancanza di volontà di rilancio dell'industria data soprattutto dall'assenza di investimenti, sia pubblici che privati: Firenze è sempre una città industriale e spesso viene dimenticato.

Negli ultimi anni tante imprese hanno chiuso e per la nostra città ciò ha comportato una grossa perdita di valore aggiunto in senso sia economico che industriale.

Per Firenze, città d'arte e di forte tradizione operaia, perdere un'azienda è come perdere uno dei suoi monumenti di prestigio, un impoverimento che coinvolge tutto il territorio.

Noi come Fiom fiorentina, in questi anni abbiamo provato a fronteggiare la crisi, utilizzando ove possibile tutti gli ammortizzatori sociali disponibili che potessero consentire ai lavoratori, la salvaguardia del lavoro e la copertura minima salariale. I dati delle ore di cassa integrazione solo nel settore metalmeccanico nel 2013 sono state 1,282,000 ore, se a queste aggiungiamo quelle di cassa integrazione in deroga viene sfondato il tetto dei 2 milioni di ore.

I lavoratori, malgrado tutto ciò, hanno riconosciuto alla Fiom di Firenze il profuso impegno dei propri funzionari e delegati RSU, premiando nel voto di rinnovo delle RSU le liste della FIOM, che pongono la nostra organizzazione ad essere il primo sindacato nel settore metalmeccanico, con oltre il 93% dei consensi a livello provinciale. Su 2722 aziende metalmeccaniche come Fiom siamo presenti in 946 con 9119 iscritti su 28097 addetti.

Sono numeri importanti che ci danno forza e consapevolezza per andare avanti, però per uscire da questa situazione non possiamo farlo da soli, come Fiom e come lavoratori.

Il declino tuttavia non è inarrestabile, ma è urgente che il Governo metta in atto un piano economico di rilancio e sviluppo che ponga al centro l'industria come volano di crescita.

Su questo territorio, salvo alcuni investimenti di grandi multinazionali, notiamo un'assenza dell'imprenditoria italiana che negli anni, davanti alla crisi, ha preferito investire nella rendita anziché nel rilancio delle proprie imprese. Il problema di un'assenza di politiche industriali non è solo italiano ma anche europeo, i dati della seconda semestrale sul PIL di Francia e Germania segnano per la prima volta un meno anche per questi Paesi a dimostrazione che la rigidità sui conti economici necessità invece di una maggiore flessibilità. La risposta alla crisi non può essere il pareggio di bilancio -per il quale come Cgil stiamo comunque raccogliendo le firme per il referendum abrogativo- ma deve dare la possibilità ai Paesi membri di sfondare quel tetto. Serve perciò una politica industriale complessiva dell'Europa dove l'Italia rappresenta ancora il terzo Paese industriale.

Come Fiom proporremo al Governo, anche attraverso la manifestazione che faremo il prossimo autunno a Roma, un nuovo modello di sviluppo che, ad esempio, coniughi alle politiche industriali quelle ambientali, in grado di dare risposte a settori strategici industriali del Paese.

Ritengo che vi sia la concreta possibilità di invertire questa tendenza se lo sforzo di tutti i soggetti di Governo e sociali è di #cambiareversoperdavvero.

Le politiche economiche recessive, e il depotenziamento dei diritti delle persone non hanno come era ovvio portato i benefici sperati, la spinta propulsiva dichiarata dal Governo Renzi al suo insediamento non si è vista, anzi,ma finora quello che abbiamo potuto constatare è stata un'ulteriore deregolamentazione dei contratti a tempo determinato e un'istituzionalizzazione del precariato, a cui si aggiunge l'eliminazione dell'obbligo di formazione per l'apprendistato, importante per dare professionalità ai lavoratori.

Insomma si continua con ricette vecchie che danneggiano solo i più deboli.

Anche il dibattito estivo, lanciato dal ministro Alfano, sull'eliminazione dell'articolo 18, è un dibattito vecchio e stantio che nasconde anche una profonda ignoranza da chi lo ha proposto. Preme ricordare che l'articolo 18 è gia stato modificato dal Governo Monti e non mi pare abbia creato occupazione, anzi ha generato ulteriore precarietà. In una società moderna il problema non è togliere diritti ma come estenderli e renderli utili a tutelare chi non ne ha.

Come vedete i temi su cui dobbiamo come Fiom riprendere la nostra azione non mancano, come non deve mancare, nel proseguo, la nostra ferma volontà di cambiare la nostra organizzazione. Abbiamo bisogno di una CGIL che si autoriformi, che sia in grado di sentire la volontà di cambiamento che viene dai nostri rappresentati. Ritornare ad un modo di fare sindacato, cosiddetto di prossimità che sappia con professionalità e capacità dare le risposte ai lavoratori ai giovani e ai pensionati. Uscire finalmente dalla burocrazia dei gruppi dirigenti.

Ripartiamo dagli insegnamenti di Giuseppe Di Vittorio, il più importante Segretario Generale della CGIL, che disse: ”....Dobbiamo andare fra quelle masse di nostri fratelli, chiamarle, stimolarle alla vita nuova, al sapere, al conoscere, a vedere alto e lontano; dobbiamo andare come un trattore potente su un terreno incolto da secoli per fecondarlo e trarlo a coltura, a vita, a bene della società…”

Un Abbraccio a tutte e tutti Voi. 

Daniele Calosi Segretario Generale Fiom/Cgil Firenze

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