Questa è la lettera che Patrizia, delegata, ha scritto agli altri membri del direttivo non potendo partecipare all'ultimo tenutosi venerdì scorso.
Ci ha dato la possibilità di condividerla e abbiamo scelto di farlo perché il suo modo di affrontare un momento così difficile della sua vita, possa fare da esempio e dare forza ad ognuno di noi.
Eccola qui riportata.
Compagni carissimi,
riprendiamo il lavoro dopo la pausa estiva in un clima tutt'altro che rassicurante.
Questo Governo, a parte nutrire una vera passione per l'aritmetica e dare costantemente i numeri (100 giorni, 1000 giorni) batte le stesse inutili e dannose strade dei tagli alla spesa pubblica non volendo trovare le risorse nelle tasche dove, da oltre trent'anni, sono andate ad accumularsi
Assistiamo quotidianamente alla chiusura delle nostre aziende senza che dalle istituzioni arrivino segnali di voler mettere mano ad un piano di sviluppo che crei lavoro. Si continua a parlare di riduzione delle tasse sul lavoro, che di per sé sarebbe buona cosa, ma che non basta a creare ciò che serve, ossia occupazione.
Non più tardi di qualche giorno fa ad uno dei mille talk show ho sentito dire che dovremmo consentire agli imprenditori di assumere personale a 1000 € ma facilmente licenziabili perché questo garantirebbe un'occupazione massiva. Continua a sfuggire, ahimè, il punto: che le aziende non aprono...chiudono e che gli imprenditori, almeno quelli seri, sono una razza in via d'estinzione.
Nella mia azienda, la Bassilichi è in atto una ristrutturazione nata da un progetto chiamato Made in Italy al timone della quale non ho ancora capito chi c'è. Si trasferiscono attività da noi metalmeccanici ai colleghi più fortunati della nuova nata Fruendo, che ha contratto ABI, si sposta quindi personale a mansioni meno qualificate. E in questo caos non proprio calmo siamo noi delegati che ci arrovelliamo per proporre soluzioni alternative in linea con la storia del lavoratore. Il rischio che sentiamo forte è quello di avere un'azienda che si svuota di professionalità importanti formatesi negli anni dalle esperienze fatte grazie al tipo di lavoro che Bassilichi proponeva e che oggi è diventato altro.
Durante l'ultimo incontro con l'amministratore delegato egli ha speso molte parole per tranquillizzarci facendoci però ben presente che la natura stessa della nostra azienda, di servizi, può avere alti e bassi dal momento che si lavora su contratti più o meno lunghi. Personalmente ho interpretato questa frase come una richiesta di adeguamento all'idea che saremo sempre a rischio di momenti difficili.
E allora mi domando se serva ancora fare un piano industriale o se esso sia da considerare solo letteratura. Mi domando se possiamo ancora credere in un lavoro che ci garantisca, per quanto possibile, il futuro con investimenti a lungo termine e un management lungimirante il cui obiettivo sia rendere solida l'impresa o se siamo condannati a rassegnarci alla più precaria delle precarietà.
In questo quadro non certo edificante in cui ci sarebbe bisogno di forze supplementari io mi prendo, invece, una pausa.
In uno dei rari bei giorni estivi di Luglio ho incontrato sulla mia strada un nemico che non ammette distrazioni.
La Fiom mi ha insegnato a discutere e a trattare ma anche a combattere per ciò in cui credo. E adesso devo combattere una guerra per me stessa, fatta di molte battaglie. La prima l'ho già vinta. Il fottuto bastardo che sta tentando di modificare i miei piani e mettere in pericolo la mia stessa vita non è più dentro di me ma ho ancora strada da fare per poter dire che che ce l'ho fatta.
Ecco perché non potrò partecipare alle prossime iniziative ma sarò li con voi, ancora più convinta, se ce ne fosse bisogno, della giustezza di ciò in cui crediamo. Vedete compagni, la mia nuova condizione mi ha portato, fra le altre cose, anche a riflettere su quello che davvero conta nella vita, e dal momento che sono in convalescenza mi rendo maggiormente conto che ho la fortuna di potermi permettere di essere malata. Per molti lavoratori questo, incredibilmente, è diventato un lusso. Sono ancor più convinta che i diritti di cui godo in questo frangente della mia vita devono essere estesi a tutti i lavoratori e dobbiamo usare ogni mezzo lecito per contrastare chi vuol riportare il lavoratore alla condizione di servo. Ogni lavoratore ha il diritto di curarsi ricevendo comunque la retribuzione, ogni lavoratrice deve poter gestire la propria gravidanza o i genitori malati.
Più diritti per tutti. Oggi più di ieri. Con il cuore dentro la Fiom combatterò per me stessa, per la mia famiglia e i miei amici e per i lavoratori della Bassilichi,che mi hanno tributato una grande al rinnovo delle elezioni Rsu e un affetto sincero e vicinanza in questo momento Per loro che mi scrivono "torna presto Patry abbiamo bisogno di te".
Si, i lavoratori hanno bisogno di noi, di chi come noi ogni giorno si sbatte per risolvere grandi e piccoli problemi, di chi cerca di salvaguardare ed estendere i diritti dei lavoratori puntando a stabilizzare i lavoratori precari nelle aziende, di chi tenta di salvare posti di lavoro spesso minacciati non solo dalla crisi ma più spesso da speculazioni. Io non mollerò anche per loro, per i miei lavoratori per la mia Bassilichi. Sono una donna della FIOM e sebbene la mia controparte in questa trattativa sia un fottutissimo cancro non abbasserò la testa e guarderò il mio nemico dritto negli occhi e vi garantisco che avrà più paura lui di me di quanta ne abbia io di lui. Nella mia guerra userò le armi che anche la Fiom mi ha dato, quelle che tutti voi usate ogni giorno: forza e determinazione.
Vi porto tutti nel mio cuore. Portatemi con voi! W la Fiom!
Cara Patrizia, con queste parole non ci ha toccato nel profondo e ci ha confermato che la Fiom di Firenze è composta da grandi persone, come te.