Questa mattina una nostra delegazione si è recata a Gaggio Montano, sull'appennino bolognese, per portare la solidarietà di tutta la Fiom Cgil di Firenze ai lavoratori della Saeco.
Le feste sono finite ma i lavoratori di questa nota azienda di macchine per il caffé, sono ancora in presidio davanti alla fabbrica.
La Philips che dal 2009, con l'acquisto degli stabilimenti del marchio, ne è divenuta proprietaria, ha scelto di delocalizzare la produzione e licenziare 243 dipendenti dei 558 totali.
Come spiegato dal compagno della Fiom di Bologna, Stefano Zoli, “Crisi del mercato, hanno detto. Troppa concorrenza internazionale: perciò non si può far altro che ristrutturare, riorganizzare e, alla fine del 2016, licenziare.”
Dietro a quei numeri vi sono i dipendenti, in maggioranza donne tra i 30 ed i 50 anni, che da oltre quaranta giorni sono in protesta contro questa decisione e che, a discapito del freddo, imperterriti, continuano il presidio permanente sui cancelli.
Dal 26 novembre, giorno in cui la Fiom di Bologna ha ricevuto la comunicazione in cui si dichiaravano gli esuberi, ad oggi si sono tenuti incontri in Unindustria Bologna, in Regione Emilia Romagna ed al Ministero ma la multinazionale olandese non ha fatto passi indietro.
C'è rabbia nelle parole di questi compagni, sanno bene che se la dirigenza riportasse qui, nell'alta Valle del Reno alcune produzioni in passato spostate all'estero, lo stabilimento non avrebbe oggi problemi di sostenibilità.
La loro reazione è emozionante: sotto dei tendoni di fortuna hanno allestito una saletta per le riunioni ed anche una cucina con mensa, perchè per presidiare si mangia e si dorme davanti allo stabilimento. E come noi abbiamo portato vin rosso e cantucci, altri prima sono passati a lasciare alimenti o coperte, in un flusso di persone che ogni giorno si rinnova e fa sentire ai lavoratori in modo concreto la vicinanza dei cittadini.
Il 2 dicembre gli abitanti della vallata sono saliti a piedi allo stabilimento marciando per 12 chilometri e tra loro vi erano molti commercianti che quel giorno hanno scelto di chiudere le loro botteghe in solidarietà.
Quello che chiedono a Philips è di ritirare la dichiarazione di esuberi e presentare un piano industriale credibile che mantenga in Italia non solo ricerca, lo sviluppo e l'ndustrializzazione dei prodotti ma anche la stessa produzione, invece di portarla in Romania.
Il 16 gennaio andrà da loro anche Maurizio Landini mentre il 18 li attende un nuovo incontro al Ministero.
Per noi la parola solidarietà ha ancora un enorme significato perciò da Firenze siamo e continueremo ad essere con loro, dalla parte dei lavoratori e del lavoro, la parte della Fiom.