Firenze, 20.01.2016 – Dovranno insinuarsi nuovamente in una seconda procedura i lavoratori coinvolti dal fallimento della Reha-Istituto Tecnico Ortopedico di Empoli, azienda che operava nel settore dei servizi di manutenzione e gestione degli ausili ortopedici e dovranno, loro malgrado, farsi carico di nuove spese.
Era luglio del 2014 quando la Reha-Ito, con all'attivo un centinaio di dipendenti, di cui circa la metà ad Empoli, presentò al Tribunale di Firenze la richiesta di ammissione al concordato in bianco. A ottobre il Tribunale la respinse e il 5 novembre fu dichiarato il fallimento.
“Come Fiom – ricorda Iuri Campofiloni – ci adoperammo da subito per mettere in sicurezza i lavaratori ed il 10 dicembre presso il Mnistero del Lavoro firmammo l'accordo per l'avvio della cassa integrazione straordinaria per coloro che operavano nel settore metalmeccaico e la cassa integrazione straordinaria in deroga per gli apprendisti e per gli addetti del settore del commercio.
Oltre a questo, per non far morire un'azienda che aveva commesse all'attivo da onorare, chiedemmo e riuscimmo ad ottenere dal Tribunale l'esercizio provvisorio dell'impresa.
La possibilità di continuazione dell'attività è risultata utile non solo per avere accesso agli ammortizzatori sociali ma anche e soprattutto per trovare un acquirente. A metà febbraio infatti la Home Care Solutions di Cascina acquisì in affitto per sette anni l'attivita e parte dei lavoratori, con accordo sindacale finalizzato alla piena occupazione nell'arco di durata dell'ammortizzatore e compatibilmente con gli appalti acquisiti.”
Lo scorso 31 agosto la Corte d'Appello di Firenze ha emesso sentenza di annullamento del fallimento effettivo a far data dal primo di ottobre. Ciò ha riportato la Reha-Ito nuovamente alla condizione di presentazione di concordato, ma non essendovi più le condizioni presenti a luglio 2014, questo ha determinato un secondo fallimento.
Con esso è venuta meno anche la possibilità, sancita dall'accordo sindacale, di prorogare per ulteriori sei mesi la cassa integrazione straordinaria poiché ad ottobre mancavano gli organi della procedura, essendo stata revocata e avendo di fatto bloccato la ripartizione del credito nei confronti dei lavoratori.
“Ad oggi - prosegue Campofiloni - non non essendo stata concessa la prosecuzio cioè la continuazione con la vecchia procedura, i lavoratori dovranno reinsinuarsi nel nuovo fallimento e questo comporta loro oltre all'impossibilità di proroga dell'ammortizzatore anche un ulteriore allungamento dei tempi e il carico dei costi necessari a sostenere la nuova procedura.
Non entriamo nel merito del procedimento ma riteniamo inaccettabile che siano i lavoratori, la parte più debole, a doverci rimettere.
Il 7 marzo la documentazione dovrà essere presentata in Cancelleria. Come Fiom Cgil chiediamo quanto prima alla nuova procedura un incontro per fare il punto rispetto ai tempi di prosecuzione.”