Firenze, 16 aprile 2020 - Dopo tre anni di contratto a termine e con un accordo che prevedeva l’assunzione a tempo indeterminato in caso di rinnovo della gara, la Dedalus SpA di Firenze ha comunicato di non assumere a tempo indeterminato 11 lavoratori che si occupano di assistenza ai presidi ospedalieri e di utilizzarli invece attraverso un contratto di staff leasing.
Per Alessandra Scoscini della Fiom Cgil di Firenze “Questa decisone non è accettabile, l’Azienda si trincera dietro un cavillo di termini, poiché non è stata indetta una nuova gara di appalto, ma si è andati ad un rinnovo annuale della gara in essere: tanto basta a Dedalus per non rispettare il senso materiale e morale dell’accordo per l'assunzione.
Fa ancora più riflettere un’azione di questo genere da parte di un gruppo industriale che opera in un settore altamente strategico per il Paese, quello del servizio e assistenza software clinico sanitario, e che conta circa 1200 lavoratori in Italia, quasi 200 su Firenze. Questi 11 lavoratori contribuiscono alla tenuta ed al buon funzionamento dei nostri ospedali, che sono tutti impegnati, senza sosta, nell’emergenza Covid-19. È anche grazie al lavoro silenzioso di questi metalmeccanici che tutti assieme, come sistema Paese, si sta cercando di superare un momento di una complessità mai affrontata. Ma questo, nella logica del profitto fine a se stesso, non ha importanza: l’azienda considera questi lavoratori solo come un possibile problema da qui ad un anno. Ed oggi decide già che questo problema sarà di qualcun altro: come dipendenti di una agenzia di somministrazione, infatti, basta solamente non rinnovare il contratto commerciale e di questi lavoratori ci si può dimenticare.
Auspichiamo che l’Azienda torni sui propri passi e che decida, come è doveroso, di onorare l’impegno anche morale preso qualche anno fa, assumendo a tempo indeterminato questi 11 metalmeccanici che, ogni giorno, supportano gli sforzi di chi lavora per salvarci tutti. Se non lo farà siamo pronti a mettere in campo tutte le azioni necessarie.
Non contestiamo solo il metodo, ma anche il merito della questione, poiché questi lavoratori sono una risorsa importante per la loro esperienza pluriennale ed anche nel caso in cui la gara in cui attualmente lavorano non fosse riassegnata a Dedalus, le loro competenze potrebbero essere messe a servizio di altre attività o comparti dell’Azienda: come 11 lavoratori in un organico di 1200 possano rappresentare un problema di ricollocazione e/o di formazione per altri incarichi, è difficile da capire. Anche perché, superata l’attuale fase di emergenza, il settore sanitario nel suo complesso dovrà necessariamente essere potenziato per non trovarsi impreparati, se si dovesse ripetere una situazione come quella che stiamo vivendo. Ed in uno scenario di rafforzamento del comparto sanitario, anche aziende come la Dedalus saranno chiamate a portare il loro contributo, sviluppando e potenziando gli strumenti che già oggi mettono in campo in questo ambito: dalle applicazioni software ai sistemi di monitoraggio, dai servizi di assistenza tecnica sul campo all’assistenza tecnica telefonica.”